Essa fu costruita agli inizi degli anni cinquanta del Novecento dall’architetto siciliano Gaetano Rapisardi. Paolo VI, con la costituzione apostolica Romana haec Sedes del 5 febbraio 1965, la elevò a diaconia cardinalizia, con la denominazione di San Giovanni Bosco in via Tuscolana e, il 20 novembre successivo, la promosse alla dignità di basilica minore con la lettera apostolica Adulescentium patris.
Esternamente la basilica si presenta compatta e dominata dalle due cupole, di cui la maggiore ha un diametro di circa 40 metri, terza tra le chiese di Roma dopo il Pantheon e la Basilica di San Pietro. Nella sua parte terminale è collocata un’opera bronzea di Alessandro Monteleone composta da quattro angeli, di tre metri d’altezza, che sorreggono una corona sormontata da una croce.
La facciata, il portico con cinque porte bronzee e l’interno, decorato da vetrate policrome che creano un particolare effetto scenico e dominato nella parte di fondo del presbiterio da un grande mosaico , di 100 metri quadrati, raffigurante la gloria di san Giovanni Bosco, fiancheggiato da otto bassorilievi, raffiguranti alcuni episodi significativi della vita del santo piemontese, sono arricchiti da opere d’arte di artisti del Novecento italiano, tra cui Michele Gorrisi, Emilio Greco, Paolo Crida, Goffredo Verginelli, Baccio Maria Bacci, Attilio Torresini, Lorenzo Gigotti, Enrico Martini, Antonio Biggi, Primo Conti, Tommaso Bartolini, Mario Caffaro Rore, Emilio Notte, Oddo Aliventi, Silvio Consadori, Enzo Assenza.
Sulla cantoria di sinistra del presbiterio si trova il grande organo a canne Tamburini opus 394, costruito fra il 1958 e il 1959. L’organo è a trasmissione integralmente elettrica originaria con consolle in cantoria. I registri sono 70 registri reali più altri 40 derivati per un totale di 5.274 canne e 13 campane tubolari; tutt’oggi è uno dei più grandi organi a canne d’Italia.